2. Restituire dignità alla professione medica

La medicina non è una scienza esatta ma piuttosto un’arte perché si applica alla persona umana con la sua singolarità e unicità. Il medico, attraverso un’analisi articolata clinica e strumentale deve potere svolgere, in piena libertà e autonomia di giudizio, un processo decisionale che lo porti alla diagnosi e alle opzioni di cura. Le linee guida, i protocolli, la letteratura costituiscono strumenti utili e preziosi a supporto del medico che però deve stabilirne l’adeguatezza nella situazione specifica come riportato anche dall’articolo 13 del CD:

Il medico tiene conto delle linee guida diagnostico-terapeutiche accreditate da fonti autorevoli e indipendenti quali raccomandazioni e ne valuta l’applicabilità al caso specifico.

E’ fondamentale che le linee guida non riducano i confini dell’autonomia decisionale del medico portando ad un’omologazione dei trattamenti, ad un’applicazione acritica delle direttive e ad una medicina difensiva. Pertanto, in osservanza all’articolo 4 del Codice Deontologico, sarà nostro impegno sostenere la professione medica esercitata in scienza e coscienza e piena libertà. Da recenti indagini è emerso che questo è un problema molto sentito:

  • 10,5 circa il 70% dichiara di avere applicato una strategia difensiva almeno una volta nell’arco della sua carriera;
  • circa il 10% dei medici è stato coinvolto in una controversia legale;
  • ogni anno ci sono circa 35000 nuovi casi di denunce per “malasanità”;
  • lo stesso Federico Gelli a commento dell’approvazione della legge n.24/2017 da lui proposta diceva:

“[…] la medicina difensiva rappresenta circa tra l’11% e il 23% di tutte le prestazioni […]: nel dettaglio i medici dichiarano di prescrivere farmaci (53%), visite specialistiche (73%), esami di laboratorio (71%), esami strumentali (76%) e ricoveri (50%) anche per il timore di ricevere una denuncia da parte dei pazienti (78%). Per quanto riguarda l’impatto economico, la Medicina Difensiva incide sui costi del Servizio Sanitario Nazionale per il 10,5 % circa, per una cifra pari a 10 miliardi di euro“.

 

Oggigiorno l’approccio scientifico rigorosamente pragmatico e la logica meccanicistica sono i principi della moderna medicina basata sull’evidenza. Sono strumenti che hanno condotto a risultati nel campo delle cure sperimentali e delle terapie innovative ma possono dimostrarsi inadeguati quando si trasferisce il trattamento dalla malattia al malato. Oltre alla dovuta preparazione professionale, al medico si richiede anche capacità critica di giudizio, autonomia decisionale e doti di umanità, empatia e condivisione con il paziente che possano guidarlo nella scelta del trattamento e della cura migliori per il suo assistito al di sopra di tutto, secondo un approccio centrato sul bene del paziente. Il mandato essenziale del medico è di agire secondo coscienza e scienza. Intesa come conoscenza sistematica derivata dalla letteratura scientifica, dalla ricerca e dagli studi sperimentali la scienza è stabilita e condivisa mentre la coscienza è qualcosa di personale legata alla capacità di valutazione critica ed al personale senso morale: entrambe vanno tenute insieme nel processo decisionale del medico.

A pensarla così sono anche gli assistiti, secondo un sondaggio del CENSIS:

L’autonomia del medico tra vincoli di sistema e garanzia delle cure. Il riconoscimento della capacità del medico di individuare le cure migliori, grazie all’esercizio del suo libero giudizio clinico, va anche al di là del sistema di regole e di vincoli imposti dal SSN (tetti di spesa, linee guida, protocolli), che possono interferire con l’autonomia del medico. La maggioranza degli italiani (il 52,8%) ritiene che procedure e opzioni di cura prestabilite devono ritenersi utili a dare indicazioni di massima, lasciando però al medico la libertà di decidere se e come applicarle. Il 38,7% sostiene l’utilità di questi strumenti al fine di uniformare le cure più appropriate riducendo la possibilità di errore. Il 19,4% ritiene che possano avvantaggiare i medici come strumenti di deresponsabilizzazione. Solo l’8,5% le giudica inutili, richiamandosi a una visione di totale autonomia del medico come unico arbitro.

… Ancora più ampia è tra i laureati (54,9%) e le persone più anziane (54,6%) la quota di chi afferma la funzione di indirizzo non vincolante di tali strumenti, perché il medico è garante dell’interesse del paziente anche nei confronti del Servizio sanitario.

… Per il 39,6% il medico ideale è il garante del diritto alla salute del paziente, perché è pronto a difenderne l’interesse anche quando questo comporta scelte al di fuori delle indicazioni predefinite (protocolli, linee guida, vincoli di budget).

https://www.censis.it/welfare-e-salute/salute-il-medico-%C3%A8-il-garante-dell%E2%80%99interesse-del-paziente-anche-nei-confronti-del

 


A tale proposito ci sembra opportuno:

  • sostenere la libertà e l’indipendenza della professione come riportato dall’articolo 4 del Codice Deontologico e dal Giuramento Professionale;

Art. 4 – Libertà e indipendenza della professione. Autonomia e responsabilità del medico – L’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura. https://omceo-to.it/wp-content/uploads/2020/08/RA5-ordine-dei-medici-libretto-deontologia-15122017.pdf

 

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della professione. https://omceo-to.it/ordine/giuramento-professionale/

 

  • promuovere la composizione di un Collegio di Medici esperti che supportino i Colleghi nelle decisioni operative che, nell’interesse contingente del paziente, potrebbero discostarsi dai protocolli e dalle linee-guida vigenti;
  • promuovere un’assistenza concreta per aiutare i medici ed i cittadini nella gestione del contenzioso: alcuni Ordini hanno già attivato lo SPORTELLO CONCILIAZIONE tra medico e paziente in caso di contenzioso. Ci impegniamo affinché questo si riesca ad attuare anche a Torino;
  • offrire corsi di formazione CTU presso l’Ordine tenuto conto del continuo aumento del contenzioso in ambito sanitario e della necessità di formare CTU preparati;
  • intervenire sull'informazione e sulla pubblicità trasmesse dai media che incoraggiano a intraprendere cause contro i Medici e a richiedere risarcimenti per presunti errori sanitari.