4. Rappresentare e sostenere tutte le categorie e valorizzare concretamente le donne medico

  • rappresentare equamente tutte le tipologie di professionisti: i medici del territorio, i medici ospedalieri, i medici odontoiatri, i liberi professionisti, gli universitari/ricercatori, gli specializzandi; 
  • dare voce alle donne medico chirurghe/odontoiatre che costituiscono oramai la maggioranza della categoria;
  • promuovere e sostenere il rispetto dell’integrità psicofisica della donna in gravidanza, il diritto all’autodeterminazione e la tutela della maternità e della paternità senza discriminazioni né penalizzazioni;
  • favorire l’eterogeneità ed il ricambio degli organi dirigenti dell’Ordine. 
  •   

    DONNE MEDICO 

    Ci sembra giusto partire da questa categoria dal momento che attualmente la maggioranza dei medici è donna e le problematiche legate a questa categoria sono molteplici, dalla rappresentanza, ai ruoli spesso subalterni fino alla questione della maternità. 

     

    In Italia i medici sono oramai per maggioranza donne, lo confermano i dati elaborati anche quest’anno, in occasione dell’8 marzo, dal Ced della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri: dei 329.263 medici con meno di 69 anni, e quindi potenzialmente in attività nel Servizio sanitario nazionale, il 52% – 170686 – sono donne. Le donne sono la netta maggioranza in tutte le fasce di età sotto i 55 anni: tra i 40 e i 44 anni sono quasi il doppio dei colleghi uomini. Tra gli over 55 la tendenza si inverte, con una sostanziale parità sino ai 59 anni e con una netta maggioranza maschile al di sopra dei 60 anni, dove il gap a favore degli uomini si allarga al crescere dell’età. Tanto che, se guardiamo il totale di tutti i medici iscritti agli albi, compresi coloro che non esercitano più la professione, in vantaggio sono, invece, ancora gli uomini: 221584 contro 188355 medici donna, il 54% del totale. 

    Diverso il discorso per gli Odontoiatri, che sono invece in maggioranza uomini: 45.696, contro 18.513 professioniste. Anche qui, però, se guardiamo alle fasce più giovani, siamo quasi in parità: tra i 25 e i 29 anni sono 1.615 gli uomini, 1540 le donne. 

    https://portale.fnomceo.it/fnomceo-medici-in-attivita-in-maggioranza-donne-anelli-occorrono-modelli-organizzativi-adeguati-e-sicurezza-sul-lavoro/ 

  • Medici < 69 anni = 52%
  • Medici < 55 anni = 59%
  • iscritti prova ammissione Medicina 2023/24: 79356 di cui 55441 ♀ = 70%

RAPPRESENTANZA FEMMINILE VERTICI SANITA’

LA STAMPA    07 Marzo 2024

Maschilismo negli ospedali e a Medicina: le donne sono la maggioranza ma primari e direttori sono uomini

Se il trend rimanesse costante nei prossimi anni, si stima che per raggiungere la parità di genere serviranno 37 anni per i primariati.

Avanzano le donne nei corsi di laurea in Medicina e negli ospedali, ma nei ruoli di vertice restano gli uomini. Lo conferma uno studio dell’Anaao Assomed secondo il quale 10 anni fa in Italia le studentesse nel corso di Medicina e Chirurgia rappresentavano il 55% del totale e gli studenti maschi il 45%. Ad oggi, le ragazze iscritte a Medicina e Chirurgia sono quasi il 60% del totale.

Ma com’é la distribuzione di genere tra i medici ospedalieri del Piemonte? Negli ospedali, le donne rappresentano il 56% del totale dei medici. Rispetto a 10 anni fa le quote di uomini e donne si sono invertite: nel 2013 le donne erano il 48% e gli uomini il 52%.

Le donne in Piemonte sono invece molto meno numerose tra i responsabili di struttura semplice (SS), dove sono il 44% e ancor meno tra i responsabili di struttura complessa (S.C., ovvero i primari), dove sono il 24%, meno di 1 su 4. Va ancora peggio se consideriamo i direttori generali: solo 3 dei 18 Direttori generali piemontesi sono donne.

 

Anaao Comunicati stampa 07/03/2024

8 marzo. Donne in sanità: protagoniste nelle cure, invisibili ai vertici. Appello Anaao a Governo e Parlamento

Le donne medico sono il 53,5%, in prevalenza under 45, ma solo il 17% occupa posti apicali. Anaao Assomed rivolge un appello al Governo e Parlamento a sostegno della parità.

Quando si parla di carriera, invece, i numeri scendono. Tra i direttori di struttura complessa, solo il 17,2% è di sesso femminile (vs 82.8% maschi), percentuale che sale al 34,7% (vs 63.3% maschi) per le struttura semplici.
Nell’area universitaria delle scienze mediche, le donne ordinario (nel 2020) ricoprono il 19,3% delle posizioni, le associate il 33% e le ricercatrici circa il 40-55 %.

 

 

Rai News.it 08/03/2024  Mariavittoria Savini

Donne nella sanità: protagoniste nelle cure, invisibili ai vertici

Sono quasi due su tre le professioniste in camice bianco ma solo una su quattro occupa posti apicali

Il sorpasso delle donne medico è decretato sicuramente dai numeri. Quando si parla si carriera, invece, i numeri scendono. Nel SSN il 70% è donna ma ai vertici solo una su quattro. A fronte di una sempre maggior presenza di personale medico di genere femminile, la percentuale di donne medico titolare di un incarico di direttore di struttura rimane inferiore a quella degli uomini ed invariata nel tempo; solo l’8,3% delle donne medico hanno un incarico di struttura nel 2022, mentre per gli uomini il valore sale al 20,6%; in altri termini l’80% degli incarichi è ricoperto da uomini e solo il restante 20% da donne. Anaao Assomed rivolge un appello al Governo e Parlamento a sostegno della parità.

 

RAPPRESENTANZA FEMMINILE ODM

  • Medici < 69 anni = 52%
  • Medici < 55 anni = 59%
  • iscritti prova ammissione Medicina 2023/24:  79356 di cui 55441 ♀ = 70%

Il Presidente Anelli nel suo discorso di insediamento:

“…. la professione del medico riesce ad essere uguale in tutto il Paese e a farsi garante dei diritti: alla salute, alla vita, all’autodeterminazione, all’uguaglianza, all’equità. E lo fa senza discriminazione alcuna, senza respingere nessuno per questioni di genere, di colore della pelle, di lingua, di condizioni sociali. Riesce a riportare omogeneità laddove c’è frantumazione…”.

( https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=95290)

DONNE MEDICO – GRAVIDANZA – MATERNITÀ E PATERNITÀ  

La carenza di adeguati modelli organizzativi, la persistenza di certi stereotipi e di politiche sociali inadeguate ancora oggi la gravidanza e la maternità costituiscono un problema per le donne medico che spesso riportano difficoltà nel conciliare dei tempi di vita-famiglia–lavoro, discriminazioni, disparità economiche e di carriera. E a sostegno della genitorialità condivisa aiuta poco il congedo di paternità che risulta ancora inadeguato nonostante la crescente richiesta da parte dei lavoratori.   

 

FEDERAZIONE CIMO - FESMED 

Il 75% delle gravidanze di donne medico senza sostituzione di maternità 

COMUNICATO STAMPA CIMO-FESMED  

Ogni gravidanza, quindi, oggi ancor più di ieri va irrimediabilmente a pesare sulle spalle dei colleghi che rimangono in servizio, che oltre a doversi occupare di un carico di lavoro già estenuante, devono colmare il vuoto lasciato dalla collega legittimamente a casa.  Le aziende non cercano sostituzioni di maternità per risparmiare lo stipendio della donna incinta – visto che l’indennità di maternità è in capo all’INPS – e i pochi bandi pubblicati spesso cadono nel vuoto perché medici disponibili non ce ne sono. Una situazione che genera un profondo senso di colpa delle mamme medico, che acuisce le discriminazioni subite da superiori e colleghi, che aumenta le difficoltà ad essere assunte prima e ad ottenere ruoli con maggiori responsabilità poi. 

… Una costante femminilizzazione della professione che, tuttavia, non è accompagnata da un cambiamento organizzativo e culturale che vada di pari passo: l’88%  delle dottoresse che hanno aderito al sondaggio ritiene che le donne medico possano subire discriminazioni sul luogo di lavoro, ed il 58,4% è consapevole di aver subito un trattamento differente perché donna. Un dato che si riscontra anche nel rapporto con i pazienti, per i quali «l’uomo è sempre professore e la donna signorina»: questo è uno dei commenti più frequenti emersi dal sondaggio. 

https://www.federazionecimofesmed.it/2022/03/07/4556/  

 

il sole24ore  

Congedi paternità, l’80% degli uomini ritiene inadeguati 10 giorni /Congedo di paternità: successo o flop? 

Ben 3 uomini su 5 vorrebbero poter usufruire di un congedo esteso da 1 a 3 mesi, in modo da essere più presenti alla nascita 

di Silvia Pagliuca:

… quasi l’80% degli uomini ritiene «totalmente inadeguato» il congedo di 10 giorni. Ben 3 uomini su 5 vorrebbero poter usufruire di un congedo di paternità esteso da 1 a 3 mesi, in modo da essere più presenti alla nascita (per il 38%). Il 79% degli uomini e l’81% delle donne considerano il congedo di paternità positivo per l’equilibrio e il benessere generale della vita e della coppia, il 77% degli uomini e l’80% delle donne lo ritengono utile per la crescita personale e lo sviluppo come genitore. 

https://www.ilsole24ore.com/art/congedi-paternita-l-80percento-uomini-ritiene-inadeguati-10-giorni-AFt6N65C   

 

SPECIALIZZANDI 

Lo sfruttamento degli specializzandi: pagati per 38 ore, lavorano anche 60 a settimana 

REDAZIONE DOTTNET | 16/05/2022 20:46 

Vediamo qualche dato: iI medici specializzandi lavorano, in media, da un minimo di 45 ore a un massimo di 60 a settimana, in piena violazione non solo del limite di 38 ore, ma spesso anche della Normativa Europea in materia, che pone un limite massimo di orario di 48 ore settimanali, straordinari compresi a cui, comunque, gli specializzandi non possono accedere in quanto non inquadrati come lavoratori. Inoltre, il 39% degli intervistati risponde che non sono previsti in nessun modo i riposi dopo i turni di guardia (sia diurno, sia notturno) mentre circa il 20% riporta un’ampia discrezionalità in base al tutor in servizio. Significa, quindi, che in più della metà dei casi i medici specializzandi lavorano anche dopo turni di guardia, anche questo in violazione della normativa in materia. 

https://www.dottnet.it/articolo/32530492/lo-sfruttamento-degli-specializzandi-pagati-per-38-ore-lavorano-anche-60-a-settimana  

https://www.lanazione.it/cronaca/gli-specializzandi-della-sanita-i-giovani-medici-sono-sfruttati-cosi-cresce-il-malessere-in-corsia-6d080709  
 

Pagati 5 euro l'ora: i medici specializzandi sono i braccianti della sanità 

di Alice Dominese   

Reggono reparti, si sottopongono a turni estenuanti che mal si conciliano con le lezioni, si prendono responsabilità che non dovrebbero pesare su di loro. Lavora così la metà dei 50 mila specializzandi. Indispensabili e sfruttati dal sistema. Uno dei nostri servizi dell'inchiesta di copertina sullo sfascio della sanità italiana. 

https://lespresso.it/c/inchieste/2024/2/12/pagati-5-euro-lora-i-medici-specializzandi-sono-i-braccianti-della-sanita/49975  


CONCRETAMENTE 

Vogliamo sostenere:  

  • una equa rappresentanza femminile:  la presenza femminile negli ordini è ancora estremamente bassa e relegata a ruoli subalterni pertanto formeremo una lista con un’adeguata componente femminile;  
  • tutte le categorie di professionisti; 
  • l’eliminazione della distinzione tra Medico Odontoiatra e Medico Chirurgo che vige nelle Scuole di Specializzazioni, dove attualmente gli specializzandi odontoiatri svolgono l’attività senza retribuzione; 
  • il rispetto della attuale legislazione in materia di rinnovo del direttivo dell’Ordine dei Medici con la finalità di promuovere il ricambio e la rappresentanza di tutti; 
    • promuovere la modifica della Legge numero n° 3/2018 (Lorenzin) per l’introduzione del sistema proporzionale dando diritto di rappresentanza nel Consiglio degli Ordini provinciali alle minoranze. 
    • promuovere la modifica della Legge numero n° 3/2018 (Lorenzin) per l’introduzione del limite dei due mandati per tutti i componenti del Consiglio degli Ordini provinciali e del Comitato centrale così come è già previsto da tutti gli altri Ordini professionali.